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Pneuma-Premio biennale 2020 “Architettura e città”

28 Dic Architettura e città

Pneuma in greco è un termine che significa “respiro”, “aria”, “soffio vitale”

Dai primi anni ottanta iniziai ad interessarmi degli elementi fluidi (serie degli “Ambienti fluidi”), curiosità avute sin da bambino: l’aria (scultura/bicicletta a vela). A partire dal 1983, l’acqua ebbe un ruolo significativo, con “Teoria” e “ Periodo”, interessi espressi anche attraverso le opere sottovuoto realizzate con vetro soffiato (dal 1985) o tramite la vacuum pump.

Quando nell’ottobre 2019 mi è stato affidato l’incarico di progettare le opere oggetto di premiazione per “Città e Architettura”, mi sono orientato verso quella serie di sculture in vetro soffiato che, dal 1985, avevo realizzato presso una bottega di vetreria di laboratorio per l’industria chimica. Infatti, ho subito pensato di creare un oggetto che avesse come elemento fondante il soffio, considerando l’atto compiuto nella realizzazione di vetreria per laboratorio di chimica e fisica.

L’arte nell’era di internet, dell’interattività, con la sua estetica sociale e politica, porta tracce ideologiche che ho guardato sempre con sospetto. Forse, anche per tali ragioni, l’oggetto da me progettato richiede invece la presenza di due persone per essere fruito, completo, finito. Le due persone coinvolte dovranno infatti scambiarsi informazioni, coordinarsi ed agire in sincrono: soffiando dentro ai bracci confluenti nel vaso (come una estensione dei manici delle brocche), si avrà la produzione di una sorta di disegno volumetrico all’interno del medesimo vaso in vetro, forma che in breve tempo sparirà. Se a soffiare fosse una sola persona, il processo non potrebbe realizzarsi.

L’uomo è simmetrico, il suo corpo, fatta eccezione che per alcuni organi, è anatomicamente speculare. Tutto ciò che riguarda l’uomo reca spesso, pertanto, anche in quanto produce, tracce di elementi duplici, composti da due parti, speculari. Per i vasi e le anfore si indica il termine “biansato” quando sono a doppio manico, una bicicletta ha due pedali; spingere sui pedali richiede il preciso e sincronico concorso dei due arti.

La presenza del vaso in questo progetto è carica di valenze riferibili all’invito, all’accogliere, all’incontro, alla commensalità: noi diciamo, ad esempio, bacino Mediterraneo riferendoci ad un’area geografica che interessa le culture dei diversi paesi che vi si affacciano. Di certo, nel vaso sono impliciti gli atti dello svuotare e del riempire sempre opposti e simultanei : la dove si compie l’uno, si realizza l’altro.

Inoltre, il vuoto è fondamentale per la sua funzione, il contenere. Così, nell’atto del soffiare, l’aria prima inspirata nei polmoni, viene spinta in un altro volume: l’uno si svuota riempiendo l’altro, ciò che è soffio vitale (respiro) crea la forma.

Nella ceramica vascolare mediterranea emergono spesso coppie di orifizi nei quali mi figuro quasi un invito a soffiarvi dentro o, al contrario, la possibilità che a bere (azione impossibile) siano due persone. Inoltre è spesso presente l’elemento del gioco, dell’invito a compiere azioni: soffiare per produrre suoni o a suonare veri e propri fischietti antropomorfi o zoomorfi, oppure l’invito a compiere movimenti che causano l’apparizione e la sparizione del liquido contenuto.

La specularità (doppiezza) o simmetria, mi ha portato ad osservare la presenza più estesa di questa fattispecie in molti altri oggetti e contesti: lampioni stradali, decorazioni ecc., ambiti dove vi è sempre tale ansia compositiva che non ritengo affatto sia una banale necessità di “equilibrio”o riempitiva.

 

Soffio vitale e atmosfera

Come ho già avuto modo di argomentare in altre sedi, intorno alla problematica del vuoto si verificarono alcuni passaggi storici molto significativi per la modernità: Evangelista Torricelli, allievo di Galilei, fece le prime osservazioni sulla pressione atmosferica, studi che si basarono sulla creazione del vuoto. Era, questa, scienza che lambiva territori propri dell’ambito umanista e della nascente scienza sperimentale. In altri termini, sullo sfondo delle istanze dei primi fisici/filosofi sugli elementi e di quelle parmenidee sull’essere, è anche intorno al “vuoto” che si fondano, ancora oggi, alcune attese sul ruolo delle scienze e delle arti.

Scienza sperimentale, fenomenologia performativa della dimostrazione.

In seguito, nel celebre esperimento/dimostrazione di Magdeburgo effettuato da Otto von Guericke, esperienza influenzata dagli esperimenti di Torricelli, venne dimostrata la forza della pressione atmosferica. Due semisfere cave, all’interno delle quali fu creato il vuoto con la prima “vacuum pump” della storia, furono tirate da due pariglie di cavalli nel tentativo di separarle. Fu la dimostrazione di un’ esperimento effettuata in pubblico. E’, quindi, uno dei punti che interessano scienza ed arte: la loro performatività in quanto prova effettuata, non in un laboratorio, ma di fronte ad un pubblico. Questo riconduce, inoltre, alla questione dell’essere perché l’atmosfera, la parte nella quale siamo immersi come in un fluido, è il nostro ambiente e pesa sul nostro constante “sentire”.

 

 

 

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